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Covid ha perso la sua potenza iniziale. Ma scoppia la polemica

Infettivologia Redazione DottNet | 31/05/2020 21:14

Zangrillo e Bassetti: clinicamente il virus non esiste più. Richeldi (Cts), no a messaggi fuorvianti

Il nuovo coronavirus "clinicamente non esiste più" ed "ha perso la sua potenza di fuoco iniziale", tanto che attualmente i pazienti si presentano in condizioni meno gravi ed il decorso della malattia è più leggero. A sostenere che il SarsCov2 abbia cambiato volto, perdendo molta della sua virulenza, sono gli esperti Alberto Zangrillo (nella foto) e Matteo Bassetti. Ma tale fotografia rischia di essere fuorviante secondo lo pneumolgo Luca Richeldi, componente del Comitato scientifico, che avverte: "il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti". Ed anche per il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa è "un messaggio sbagliato che rischia di confondere gli italiani".

Ad accendere il dibattito sono le dichiarazioni di Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano: "Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più. Circa un mese fa - ha sostenuto - sentivamo epidemiologi temere per fine mese o inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Qualcuno terrorizza il Paese". E che il virus non sia più lo stesso lo sostiene pure il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, partendo dalla sua esperienza sul campo. Il virus "potrebbe ora essere diverso: la potenza di fuoco che aveva due mesi fa non è la stessa potenza di fuoco che ha oggi. Da medico che è sul campo - afferma - dico che i malati di ora sono diversi da quelli di due mesi fa: prima i pazienti avevano una condizione molto più grave, ora meno. E' cioè evidente che oggi la malattia Covid-19 è diversa, perchè la sua presentazione clinica ed il suo decorso sono più lievi" e da "circa 4-5 settimane, i pazienti che vediamo non sono più casi così gravi come a marzo e ad aprile".

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Proprio queste evidenze sul campo, spiega quindi Bassetti, "ci fanno dire che il virus potrebbe essere diverso".  Invita alla prudenza e mette in guardia dal rischio di una sottovalutazione dei pericoli lo pneumologo Richeldi. Il virus "circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza. E' indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va però scordato - puntualizza - che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese". Ed ancora: "E' bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico, per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno". Del resto, "basta vedere come purtroppo la situazione sia molto diversa in Paesi, come Russia, Messico o India, nei quali queste misure non hanno potuto essere così efficaci e non hanno dato i confortanti risultati che vediamo nel nostro Paese".

E' presto per trarre delle conclusioni anche secondo il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito.  Fortunatamente in Italia "abbiamo ora meno casi gravi e ciò dimostra che le misure di contenimento adottate hanno dato i loro frutti, ma al momento non c'è alcuna prova nè alcuno studio scientifico pubblicato che il virus sia mutato". Di solito, avverte, "i virus si attenuano nel corso di vari anni, ma non bisogna essere catastrofisti o ottimisti a tutti i costi". Ora, "ciò che dobbiamo fare - conclude - è monitorare la situazione giorno per giorno e mai abbandonare la prudenza".

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